Nei secoli le masserie del territorio salentino hanno svolto un ruolo centrale come centri agricoli e luoghi di difesa, indispensabili per coltivare le materie prime locali e prevenire gli attacchi di pirati e saraceni che erano soliti attaccare le coste.

Al giorno d’oggi le masserie sono state convertite in larga parte in strutture ricettive di medio e alto livello. Dotate di un fascino senza tempo, queste costruzioni sono particolarmente apprezzate da tutti i turisti desiderosi di scoprire un Salento davvero autentico, lontano anni luce dalla folla che durante l’alta stagione tende a popolare le coste.

Per coloro che hanno già visitato uno qualsiasi di questi complessi di edifici sembra quasi impossibile immaginare la masseria come il cuore pulsante di un umile e al tempo stesso nobile attività contadina. Eppure oggi la riscoperta dell’importanza del legame con la terra e la ricerca di ritmi più lenti hanno ricondotto l’uomo verso questo tipo di edifici, dove il silenzio viene interrotto solo dai suoni della natura.

L’origine delle masserie, fulcri della vita contadina

Nel corso dei secoli le masserie hanno svolto diverse funzioni, anche se la loro origine risale prevalentemente all’epoca medievale. In questo periodo sul territorio pugliese vigeva il sistema del latifondo, per il quale un proprietario terriero dava in affidamento a un esperto agricoltore, chiamato anche massaro, un appezzamento di terreno.

Il compito del massaro era quello di dedicarsi alle varie coltivazioni allo scopo di ottenere un raccolto abbondante, di cui solo una minima parte poteva essere trattenuta per il sostentamento della propria famiglia. Tutte le persone coinvolte nel lavoro della terra avevano bisogno di luoghi dove alloggiare, nonché di spazi adibiti al riparo degli attrezzi e di tutto il necessario.

Ecco come sono nate le masserie, edificate in maniera funzionale per rispondere a tutte le esigenze della vita contadina. Una masseria tradizionale era composta da due o tre stanze centrali dove la famiglia viveva. Si trattava di sistemazioni modeste, alle quali venivano affiancati altri locali di dimensioni più ampie, tra cui ad esempio il fienile e la dispensa per la conservazione dei raccolti.

Con i cambiamenti spesso repentini e non sempre pacifici della società salentina, la masseria ha cambiato più volte funzione, rispondendo a degli scopi per cui non era stata prevista inizialmente. Queste costruzioni si sono rivelate particolarmente utili dopo l’invasione dei Turchi in epoca tardo-rinascimentale.

Molte masserie godevano di una posizione leggermente sopraelevata, ragione per cui si rivelarono adatte a essere facilmente trasformate in luoghi fortificati, nei quali affrontare anche periodi di assedio. Durante i periodi di turbolenza le masserie diventarono fondamentali per far fronte agli attacchi.

Da luogo di difesa a oasi di relax: l’evoluzione della masseria

Per secoli saraceni e pirati hanno posto grandi rischi per l’incolumità delle popolazioni locali. In tal senso le masserie divennero sempre più dei luoghi di protezione.

Al loro interno venivano ricoverate le provviste ed era possibile nascondersi in caso di attacco. Le parti più alte degli edifici servivano a tutti gli effetti come torri di avvistamento. Ecco perché le masserie costruite dopo il Cinquecento condividono un impianto strutturale molto simile. Al centro sorgeva un cortile e la zona inferiore rimaneva dedicata alle necessità agricole e abitative della famiglia del contadino, mentre quella superiore era prevalentemente adibita a luogo di difesa.

Non stupisce che in alcune masserie sia tutt’oggi possibile riscontrare la presenza di piccole torri di avvistamento. Nei periodi di pace che hanno caratterizzato i secoli successivi, in particolare il Settecento e l’Ottocento, la masseria ha subito un’altra importante trasformazione, arrivando a essere considerata una vera e propria villa di campagna.

La diffusione delle masserie come luogo di relax e benessere

Mentre le invasioni di popoli conquistatori diventavano rare e un maggiore grado di benessere si diffondeva tra nobiltà e borghesia, un numero crescente di persone sceglieva di trascorrere i mesi estivi nelle masserie, al riparo dal caldo della torrida estate cittadina.

In questo periodo storico la masseria si arricchisce di elementi funzionali e decorativi che rispecchiano il mutato contesto sociale. Dai balconi agli affreschi fino alla costruzione di giardini e belvedere: queste strutture dapprima agricole e poi destinate alla difesa si convertono in luoghi di pace e relax.

Guardando all’evoluzione della masseria nel suo percorso storico, è possibile individuare in questa fase un’anticipazione dell’attuale destinazione ricettiva della quasi totalità di questi edifici. Nella ricerca di un luogo tranquillo a contatto con la natura che portava i nobili del Settecento e dell’Ottocento a visitare e abbellire le masserie si ritrova l’approccio odierno a queste strutture avvolte in un fascino intramontabile.

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