Nel cuore del Salento, più precisamente a Vernole in provincia di Lecce, si nasconde il paradiso naturale conosciuto come le “Cesine”, dal termine “cesina” che significa area disboscata.

Le Oasi delle Cesine: cenni storici

Un tempo la zona era una sezione di una palude molto più vasta che si estendeva anche nelle città di Brindisi e Otranto, limitrofe al comune di Vernole.

La zona era molto umida e poco vivibile, considerata malsana dai più. La coltivazione inoltre era impraticabile e l’abbondanza di zanzare facevano desistere dalle visite. Verso la fine dell’800 iniziò il progetto di bonifica della zona per ottenere terreni coltivabili, dapprima canalizzando l’acqua in esubero verso canali già esistenti che la portassero fino al mare.

Furono altresì costruiti diversi pozzi artificiali per conservare parte dell’acqua dolce a uso di irrigazione.

In seguito furono piantate specie arboree in grado di assorbire l’acqua rimasta e spianare la strada alle coltivazioni tipiche della macchia mediterranea, sia decorative che per il pronto consumo.

In seguito alla riforma fondiaria degli anni cinquanta, i territori della regione Puglia furono ridisegnati, compreso quello delle Cesine, che fu assegnato a coloro i quali con fatica le avevano bonificate.

L’oasi rimase possesso di un’associazione di cacciatori fino a quando si iniziò a lavorare a quella che oggi è a tutti gli effetti una riserva naturale, fermando l’uccisione costante delle specie autoctone.

Infine nel 1979 le Cesine divennero oasi WWF, che tutt’ora protegge tutte le specie a rischio che le abitano.

L’oasi delle Cesine: un variegato habitat vegetativo

L’Oasi delle Cesine offre un paesaggio incredibile con un mosaico che racchiude una complessa biodiversità.

Gran parte della superficie boscosa è coperta da una pineta di Aleppo e pino domestico. Non mancano cipressi e altre varietà di pino. L’utilizzo di queste serviva a proteggere la zona pianeggiante dal vento.

Di grande interesse è la macchia mediterranea presente con vegetazione bassa con Cisti, Santoreggia e altre erbe aromatiche. Si troveranno anche arbusti come il mirto, o il lentisco.

Trovano dimora in questo variegato habitat vegetativo anche alcune orchidee spontanee, che nella fioritura estiva donano colore al mosaico di vegetazione, oppure fiori come le Ophrys, che assomigliano a piccoli insetti, o le Serapias.

Ciò che mozza il fiato però è la laguna costiera con la sua vegetazione sommersa. Molte delle piante che vivono le Oasi delle Cesine sono a rischio estinzione, come la campanella palustre o la granata irsuta.

La fauna e il Birdwatching all’Oasi delle Cesine

Sono numerosissime le specie di insetti presenti, che siano essi acquatici o terrestri. In tarda primavera è possibile ascoltare il canto degli anfibi, che come nel caso delle Raganelle può essere ascoltato a chilometri di distanza. Alcune specie di anfibi vivono nella riserva nascondendosi, come le diverse specie di tritone.

Affascinante è il mondo dei rettili: troviamo la testuggine di palude, spesso vittima dei turisti che prelevano esemplari costringendoli a vivere in habitat a loro non congeniali.

Il punto di forza però delle Cesine è l’immensa varietà di uccelli, che la rende un’immancabile meta per il birdwatching. Si contano più di centottanta specie diverse di volatili a popolare gli ambienti della riserva, in particolare nelle zone più umide.

Durante l’inverno i pantani riparati offrono riparo a numerose specie di anatre e di rarissimi esemplari di Aquila minore.

Nelle mezze stagioni invece si potrà assistere alle migrazioni dall’Europa all’Africa di molti rapaci come i falchi di palude o le Albanelle pallide.
Molte specie di uccelli vivono stabilmente nell’Oasi, mentre altre sono soltanto di passaggio e si offrono all’occhio indiscreto dei birdwatcher.

Altre specie che nidificano nella zona sono, tra le altre, la Folaga o il Germano reale, che allevano i propri piccoli nella tranquillità dei canneti. Non manca all’appello nemmeno la specie dei mammiferi, troviamo infatti alcuni tassi, faine, donnole, e volpi.

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