Nel Salento, l’inverno arriva prima nei profumi che nell’aria. Basta aprire la porta di una cucina per sentire l’odore dell’olio caldo, del miele che sobbolle piano, della mandorla tostata che scalda le mani. Sono segnali che parlano subito di feste, di tavole grandi, di famiglie che si ritrovano.
Tra tutti i piatti della tradizione, tre dolci (e salati) raccontano meglio di altri questo periodo: pittule, cartellate e mustazzoli, tre gesti antichi che ancora oggi accendono ricordi e convivialità.
Pittule: il profumo di casa nelle sere fredde
Le pittule sono il primo segno del Natale. Una pastella semplice, fatta di farina e lievito, che riposa per ore nelle ciotole coperte da panni di cotone. Quando l’impasto è pronto, le mani prendono il ritmo: pizzichi veloci, forme irregolari, bolle che si gonfiano nell’olio.
Il risultato è un fritto leggero, profumato, che si mangia bollente.
Alcune sono semplici, altre ripiene di cavolfiore, cipolla, oppure con la variante dolce spolverata di zucchero. Ogni famiglia ha la sua ricetta, custodita come un piccolo patrimonio personale.
Cartellate: pieghe dorate immerse nel miele o nel vincotto
Tra le specialità natalizie più scenografiche, le cartellate sono piccole architetture di pasta sottile, arrotolate a spirale e pizzicate ai bordi. Una volta fritte diventano croccanti e leggere, pronte per l’ultimo passaggio: essere immerse nel miele caldo o nel vincotto d’uva, che scivola tra le pieghe e le trasforma in un dolce profondo, aromatico, quasi antico.
Ogni morso racconta qualcosa del territorio: la dolcezza del miele, l’intensità del mosto cotto, il profumo delle feste che riempie la cucina.
Mustazzoli: la dolcezza scura delle feste
Se le cartellate brillano come oro, i mustazzoli sono l’opposto: scuri, densi, profumati di spezie. La loro glassa al cioccolato racchiude un impasto compatto fatto di farina, zucchero, scorza d’agrumi e cannella.
Sono dolci che si conservano a lungo e che spesso si preparano in grandi quantità, da condividere con amici, vicini, parenti che arrivano per uno scambio di auguri.
Ogni morso è un viaggio nelle feste salentine: intenso, avvolgente e profondamente legato alla tradizione.
Il filo invisibile che unisce gusto e memoria
Pittule, cartellate e mustazzoli non sono solo dolci natalizi: sono rituali. Parlano di mani che impastano insieme, di tavoli pieni, di bambini che aspettano la prima fritta, di cucine che profumano per ore.
Sono sapori che non seguono una moda: resistono perché sanno riportare chi li assaggia a un tempo più semplice e condiviso.
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