Ci sono moltissimi modi per conoscere a fondo un luogo dove si è scelto di andare in vacanza: visitando i suoi luoghi simbolo, degustando i suoi piatti tipici e partecipando a feste patronali e sagre.

In Salento queste ultime fanno parte del patrimonio culturale di questa bellissima terra, esprimendo l’autenticità, la convivialità e l’artigianalità propria del luogo. Si tratta di eventi caratterizzati da tipicità gastronomiche, da fervente devozione oppure da danze tipiche come ad esempio la taranta: il comune denominatore è rappresentato sempre dalle luminarie, vero e proprio marchio di fabbrica del Salento.

Qual è l’origine delle luminarie salentine?

Non c’è strada o piazza in Salento che, nel corso di qualche festa tradizionale, non prenda vita grazie alle luminarie, chiamate anche “parature” o “ville”. Si tratta di monumentali strutture, realizzate da artigiani del settore, che prendono forme spettacolari, come se fossero le scene di un teatro: riproducendo opere d’arte, chiese o gallerie. Sono realizzate con materiali certamente leggeri ma stabili come il legno, capaci comunque di sopportare le eventuali intemperie come vento, pioggia o temporali.

La storia delle luminarie inizia già nel XVI secolo, anche se bisogna aspettare l’avvento della rete elettrica introno agli anni 30 del ‘900: all’inizio esse caratterizzavano gli eventi in particolare a Napoli e a Roma e venivano realizzate da artisti di tutto rispetto come Fanzago, Pietro di Cortona, Rinaldi, Fontana e persino Michelangelo e il Bernini.

Questa tradizione arriva a coinvolgere anche il Salento, dove a progettare le parature sono architetti come Zimbalo: cominciano così a caratterizzare eventi civili e religiosi, dando di fatto un’occasione di svago al popolo, la cui esistenza era spesso segnata da povertà e duro lavoro.

L’arrivo del barocco in Salento non fa altro che rendere le parature ancora più sontuose e scenografiche, diventando addirittura modelli per la realizzazione di palazzi e chiese in pietra. Nel ‘700 la tradizione delle luminarie sembra affievolirsi, si crea una frattura ancora più profonda tra le classi sociali e si affaccia il fenomeno del brigantaggio: solo nei primi decenni del ‘900 tornano in auge le luminarie, diventando oggi parte del patrimonio culturale salentino.

Luminarie in Salento: quali sono le più belle

Ogni festa in Salento è impreziosita dalle luminarie, ma c’è un luogo dove queste non sono un semplice contorno ma le vere protagoniste: si tratta di Scorrano, piccolo borgo ad appena 30 Km da Lecce, definito non a caso come la Capitale delle Luminarie. Basta raggiungere questo angolo di Salento il 5 luglio per capirlo, in occasione della sentitissima Festa di San Domenica.

È difficile trovare in tutto il Salento delle parature così spettacolari e scenografiche: raggiungono anche altezze di 40 mt e, a seconda del tema dell’anno, sono un vero tripudio di merletti, frontoni, castelli, torri e sontuose gallerie.

Il momento dell’accensione è sempre il più atteso, avviene infatti con un accompagnamento musicale che rende l’atmosfera unica e coinvolgente.

La Notte delle Luci a Scorrano si ripete ogni sera dal 5 al 10 luglio, con la cittadina salentina che si trasforma in una piccola Las Vegas. Durante la festa è anche possibile degustare leccornie tipiche come la scapece o il tipico dolcetto cupeta a base di mandorle.

Le luminarie sono anche le protagoniste della festa patronale di Carpignano Salentino in onore di Santa Maria della Grotta e di quella in onore dei Santi Filippo e Giacomo a Diso, piccolo borgo sito a 46 Km da Lecce.

Le parature sono immancabili anche ad Otranto quando in pieno agosto si ricordano i martiri trucidati dai turchi nel 1480 con tanto di fuochi d’artificio sul mare: sempre nella perla dell’Adriatico tra novembre e gennaio si svolge il “Luminarie Otranto Festival“, durante il quale il Castello è illuminato in maniera assai scenografica.

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